Villafranca in Lunigiana
“Contribuì generosamente alla guerra di liberazione con la partecipazione di molti suoi giovani ai primi nuclei partigiani, offrendo splendido esempio di spirito di sacrificio ed elette virtù civiche.” (1940 – 1945)

e io vi giuro, s’io di sopra vada,
che vostra gente onrata non si sfregia
del pregio de la borsa e de la spada:
uso e natura sì la privilegia
che, perché il capo reo il mondo torca,
sola va dritta e ’l mal cammin dispregia.
(Pur VIII 127-132)
In seguito alla grande scissione del casato malaspiniano operata da Corrado l’Antico nel 1221, anche Villafranca, con Mulazzo e Giovagallo, andò ad appartenere al ramo di estrazione ghibellina detto dello Spino Secco. Il feudo assunse la dignità di marchesato con la successiva spartizione del Casato operata dai figli dell’Antico nel 1266. Del castello di Malnido – la cui peculiare struttura, raccolta su di uno sperone di roccia alla confluenza del Bagnone con la Magra, risultava pressoché integra prima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale – restano tristissime rovine che si spera sempre di potere, almeno in parte, recuperare. Villafranca, come Pontremoli e Sarzana, si è sviluppata direttamente sul tracciato della Via Francigena (è già citata nell’antichissimo itinerario di Sigerico del 990 d.C.), che la attraversa, infatti, in linea retta.
Al tempo della venuta di Dante il feudo, scomparso prematuramente nel 1294 Corrado II detto “il Giovane” (onde distinguerlo da «l’Antico» anch’egli citato da Dante), i figli di lui non avevano ancora acquisito una piena capacità politica se è vero che Franceschino di Mulazzo firmò anche per loro il 6 ottobre del 1306 l’Atto di Procura a Dante per la definizione della Pace di Castelnuovo. Sulla figura del marchese di Villafranca è strutturato il Canto VIII del Purgatorio, indicato dal Centro Lunigianese di Studi Danteschi come il Canto Lunigianese per eccellenza. Il celebre Colloquio che si svolge in Antipurgatorio tra lui e Dante si risolve in un insuperabile Elogio da parte del Sommo Poeta all’intero ramo ghibellino del casato malaspiniano.
Anche il Boccaccio non fu estraneo al fascino e alla storia della corte di Villafranca, e da grande cercatore qual era di memorie per la sua Vita di Dante, volle rendere anch’egli onore a Corrado il Giovane facendo di lui e della figlia Spina i protagonisti di una novella tra le più lunghe del Decamerone.
Di Corrado il Giovane si narra che liberò per due volte la città di Sarzana dal tentativo di dominazione pisano, ma non è nota l’esistenza di documenti atti a confermarlo; sarebbe stato tuttavia nel corso di quelle due campagne d’armi che Corrado ebbe modo di conoscere Nino Visconti, avversario in vita e compagno di espiazione nella sublimità del Purgatorio. In un recente lavoro si ipotizza uno stato di parentela potenziale tra il marchese di Villafranca e Nino Visconti, per il tramite della figlia di quest’ultimo, Giovanna (la troviamo evocata dal padre in Pur VIII 70-72), la quale, avrebbe forse dovuto andare in sposa a quel Corradino di Villafranca che troviamo citato nell’Atto della Pace di Castelnuovo. Dapprima impegnatissimo nella lotta contro il vescovo-conte di Luni, il Giovane fu protagonista di un primo tentativo di pace durevole: l’8 di maggio del 1281, in Orvieto, un lodo arbitrale gli risolveva una scomunica con la restituzione dei territori usurpati alla curia del temibilissimo Enrico da Fucecchio.
Le spoglie del Giovane hanno riposato con ogni probabilità nella cripta della chiesina malaspiniana di San Niccolò in Malnido, venuta recentemente alla luce da uno scavo archeologico. L’avello, scoperto da Germano Cavalli, fondatore della meritoria Associazione ‘Manfredo Giuliani’, ha restituito oltre un centinaio di medaglie funebri che sono ora oggetto di attente analisi. Nella stessa Malnido, nel 1285, la sorella di Moroello II «vapor di Val di Magra», andò in sposa per procura ad un figlio del Conte Ugolino, il triste protagonista di Inf XXXIII. L’evento, di cui esiste il documento storico, testimonia gli importanti legami che unirono i Malaspina anche alla potente famiglia della Gherardesca.
Sul sacro luogo di Malnido è stato realizzato nel 2006 un Parco Dantesco, ricco di un pregevole monumento a Dante, oggi arricchito di un pannello didattico realizzato dal Centro Lunigianese di Studi Danteschi grazie all’appoggio del Rotary Club Lunigiana.
e io vi giuro, s’io di sopra vada,
che vostra gente onrata non si sfregia
del pregio de la borsa e de la spada:
uso e natura sì la privilegia
che, perché il capo reo il mondo torca,
sola va dritta e ’l mal cammin dispregia.
(Pur VIII 127-132)
In seguito alla grande scissione del casato malaspiniano operata da Corrado l’Antico nel 1221, anche Villafranca, con Mulazzo e Giovagallo, andò ad appartenere al ramo di estrazione ghibellina detto dello Spino Secco. Il feudo assunse la dignità di marchesato con la successiva spartizione del Casato operata dai figli dell’Antico nel 1266. Del castello di Malnido – la cui peculiare struttura, raccolta su di uno sperone di roccia alla confluenza del Bagnone con la Magra, risultava pressoché integra prima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale – restano tristissime rovine che si spera sempre di potere, almeno in parte, recuperare. Villafranca, come Pontremoli e Sarzana, si è sviluppata direttamente sul tracciato della Via Francigena (è già citata nell’antichissimo itinerario di Sigerico del 990 d.C.), che la attraversa, infatti, in linea retta.
Villafranca in Lunigiana
Al tempo della venuta di Dante il feudo, scomparso prematuramente nel 1294 Corrado II detto “il Giovane” (onde distinguerlo da «l’Antico» anch’egli citato da Dante), i figli di lui non avevano ancora acquisito una piena capacità politica se è vero che Franceschino di Mulazzo firmò anche per loro il 6 ottobre del 1306 l’Atto di Procura a Dante per la definizione della Pace di Castelnuovo. Sulla figura del marchese di Villafranca è strutturato il Canto VIII del Purgatorio, indicato dal Centro Lunigianese di Studi Danteschi come il Canto Lunigianese per eccellenza. Il celebre Colloquio che si svolge in Antipurgatorio tra lui e Dante si risolve in un insuperabile Elogio da parte del Sommo Poeta all’intero ramo ghibellino del casato malaspiniano.
Anche il Boccaccio non fu estraneo al fascino e alla storia della corte di Villafranca, e da grande cercatore qual era di memorie per la sua Vita di Dante, volle rendere anch’egli onore a Corrado il Giovane facendo di lui e della figlia Spina i protagonisti di una novella tra le più lunghe del Decamerone.
Di Corrado il Giovane si narra che liberò per due volte la città di Sarzana dal tentativo di dominazione pisano, ma non è nota l’esistenza di documenti atti a confermarlo; sarebbe stato tuttavia nel corso di quelle due campagne d’armi che Corrado ebbe modo di conoscere Nino Visconti, avversario in vita e compagno di espiazione nella sublimità del Purgatorio. In un recente lavoro si ipotizza uno stato di parentela potenziale tra il marchese di Villafranca e Nino Visconti, per il tramite della figlia di quest’ultimo, Giovanna (la troviamo evocata dal padre in Pur VIII 70-72), la quale, avrebbe forse dovuto andare in sposa a quel Corradino di Villafranca che troviamo citato nell’Atto della Pace di Castelnuovo. Dapprima impegnatissimo nella lotta contro il vescovo-conte di Luni, il Giovane fu protagonista di un primo tentativo di pace durevole: l’8 di maggio del 1281, in Orvieto, un lodo arbitrale gli risolveva una scomunica con la restituzione dei territori usurpati alla curia del temibilissimo Enrico da Fucecchio.
Le spoglie del Giovane hanno riposato con ogni probabilità nella cripta della chiesina malaspiniana di San Niccolò in Malnido, venuta recentemente alla luce da uno scavo archeologico. L’avello, scoperto da Germano Cavalli, fondatore della meritoria Associazione ‘Manfredo Giuliani’, ha restituito oltre un centinaio di medaglie funebri che sono ora oggetto di attente analisi. Nella stessa Malnido, nel 1285, la sorella di Moroello II «vapor di Val di Magra», andò in sposa per procura ad un figlio del Conte Ugolino, il triste protagonista di Inf XXXIII. L’evento, di cui esiste il documento storico, testimonia gli importanti legami che unirono i Malaspina anche alla potente famiglia della Gherardesca.
Sul sacro luogo di Malnido è stato realizzato nel 2006 un Parco Dantesco, ricco di un pregevole monumento a Dante, oggi arricchito di un pannello didattico realizzato dal Centro Lunigianese di Studi Danteschi grazie all’appoggio del Rotary Club Lunigiana.