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Vernazza

 

“Dal porto di Vernazza le luci erano a tratti scancellate dal crescere dell’onde invisibili al fondo della notte.” (Eugenio Montale, “L’Occasioni”)

Vernazza
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Vernazza, splendido paese del Levante con una tradizione marinara nota sin dall’antichità, caratterizzato dai singolari terrazzamenti per la coltivazione della vite e da un comodo e sicuro porticciolo naturale, è uno dei borghi che costituiscono le Cinque Terre, ed è un comune della provincia della Spezia.
Posizionato in una baia tra Monterosso al Mare e Riomaggiore, comprendente anche la successiva località di Corniglia, sua frazione, è il secondo borgo tra i restanti quattro che si incontra partendo da occidente.

Le Cinque Terre, cinque piccoli villaggi aggrappati alle rocce, ci vengono alla mente oramai come una filastrocca: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore; il loro isolamento secolare, dovuto alla difficoltà dei collegamenti, ha aiutato a salvaguardare la bellezza e il paesaggio di un litorale unico al mondo.

Vernazza, dal canto suo, si estende lungo il torrente Vernazzola, ora coperto, risalendo sulle pendici di uno sperone roccioso. Il borgo è contraddistinto dalle tipiche case-torri genovesi, raccolte intorno ad una piazza, e da una fitta rete di sentieri escursionistici, uno dei quali lo collega alla Val di Vara. Due belle spiagge completano lo scenario, mentre a quota 325 metri sul livello del mare si trova il santuario di Nostra Signora di Reggio, apprezzato luogo di preghiera dalle genti del posto. L’ente comunale è costituito da Drignana, Muro, Prevo San Bernardino e, appunto, Corniglia.

Vernazza confina a nord con i comuni di Pignone, Beverino e Riccò del Golfo, ad ovest con Pignone e Monterosso al Mare e ad est con Riomaggiore, ed è bagnato dal mare a sud. Il territorio fa parte del Parco nazionale delle Cinque Terre.

Cucina

Come per tutta la Riviera di Levante, quella di Vernazza è una cucina di magro. Poche sono le carni d’allevamento utilizzate, poiché la morfologia del suolo non lo permette.

I piatti tipici, tuttavia, non sono pochi, e spaziano da una tradizione culinaria basata su pesce e crostacei, in riva al mare, ad una gastronomia dell’entroterra che è caratterizzata dall’uso di prodotti naturali: i funghi, le conserve, i prodotti degli orti e, soprattutto, la raccolta di erbe aromatiche, fornite in abbondanza dalla natura circostante. Rosmarino, salvia, timo, borragine e maggiorana sono solo alcune di queste, mentre il basilico eccezionale, dalle foglie ampie e profumate, dà vita ad una salsa che ha fatto il giro del mondo: il pesto. I limoni e l’olio extravergine d’oliva d.o.p rappresentano il perfetto coronamento della cucina di Vernazza.

Cominciamo dai primi, conditi proprio con il pesto: le trofie, sorta di pasta a cavatappi lavorata a mano, e i pansotti, bene si accompagnano alle note dolci di pinoli e parmigiano. Seguono a ruota le lasagne al pesto, servite con besciamella light e un fiocchetto di burro.
Tagliatelle, anche loro lavorate a mano, si intingono in sugo di noci o in bianco, con i funghi. Minestre di legumi, con ceci o borlotti, sono primi piatti sostanziosi e semplici da realizzare, arricchiti con il profumo del rosmarino e un cucchiaio di sugo, da servire roventi.

I piatti tipici più significativi, ad ogni modo, sono quelli a base di pesce, che hanno saputo mantenere, nel tempo, le proprie caratteristiche originali. Ricordiamo il ciuppin, zuppa ottenuta dagli scarti di lavorazione dello scorfano rosso, della gallinella, del cappone e del sarago, e il simbolo per eccellenza di Vernazza, che ne rappresenta al meglio la tradizione, il “tian”; quest’ultima portata altro non è che un tegame di patate tagliate sottili, arricchito con acciughe, condito con olio del posto, vino bianco, aglio, scorza di limone, pomodoro ed origano. Squisite le sardine e le acciughe ripiene, magistrali i gianchetti, che si consumano o in zuppa, oppure fritti in abbondante olio di oliva. Gli amanti del pesce azzurro e dei fritti di mare possono andare sul sicuro scegliendo come secondi le cotolette di acciughe o i sontuosi “fritti di mare”. Altro piatto tipico della zona, per quel che riguarda il pesce, sono i muscoli, ossia le cozze. Possono essere consumati crudi con una leggera spruzzata di limone e un poco di pepe, oppure ripieni con verdure di stagione, uova e formaggio. Anche lo Stoccafisso ha una grande rilevanza, preparato con le bietole (stucafissu a zemin), o alla ligure, con pomodoro, pinoli, patate e qualche oliva salata.

Ampio spazio viene dato alle varie qualità di focaccia e ad altri piatti tipici, tra cui spicca la famosa farinata a base di ceci. Ambedue le pietanze vengono preparate ogni mattina all’alba, e sono da gustare rigorosamente calde. Una variante della focaccia è lo sgabeo, testo tagliato a strisce dopo la lievitazione, e poi successivamente fritto in abbondante olio di oliva extravergine. Non perdete le frittelle di fiori di zucca (fris de burbugiun), realizzate con una pastella liquida a base farina, acqua e sale.

Tra i dolci classici c’è la torta “stalin”, che non ha retaggi russi ma prende il nome dal pasticcere che la inventò, circa 25 anni fa, pensandola come una crostata alla quale aggiungere cioccolato fondente, ricoprendola poi di pasta frolla.

Il vino delle Cinque Terre ha ottenuto, dal 1973, la denominazione di origine controllata. Deve essere coltivato nei territori del comune di Riomaggiore, Vernazza, Monterosso e nelle colline della Spezia e Porto Venere confinanti con Riomaggiore. A Vernazza possiamo perciò trovare il vino Cinque Terre Bianco, il Cinque Terre Costa de Sera, il Cinque Terre Costa de Posa, il Cinque Terre Costa de Campu, oltre al famosissimo e più introvabile Cinque Terre Schiacchetrà, raro, poiché fatto esclusivamente in questa zona, liquoroso e adatto ai dolci, prodotto da uva passita. A fine pasto, una gradita nota pungente è aggiunta dal “limoncino”, liquore ricavato dai numerosi limoni della zona, rigorosamente a buccia spessa, messi in infusione in alcool immediatamente dopo la raccolta.

Un po' di storia...

Il nome del borgo deriva dall’aggettivo latino verna, ossia “del luogo”, o “indigeno”. Questo termine sarebbe poi passato, per trasposizione, ad indicare il vino vernaccia, che si produceva nell’antico paese e che quindi era famoso per essere il vino “locale”. Da qui, sarebbe poi nato l’attuale nome di Vernazza.

La storia vera e propria di questo incredibile porto naturale risale al 1080, anno in cui viene redatto un documento in cui si parla, per la prima volta, di Castrum Vernatio. Questa denominazione rende lampante il carattere difensivo delle fortificazioni presenti in paese, e per anni è stata nota la sua attività come base marittima dei marchesi obertenghi, nonchè il suo essere punto di partenza delle forze navali impiegate per la difesa contro i Saraceni.

Nei secoli successivi, Vernazza sarà molto attiva nella collaborazione con la Repubblica di Genova, contribuendo ad arricchirne la flotta, e nel 1209 deciderà per una definitiva sottomissione a Genova, tramite un atto di fedeltà compiuto dalle principali e più ricche famiglie del borgo. Vernazza diviene, quindi, anche una delle principali basi costiere per la “conquista” commerciale, politica e soprattutto territoriale del Levante Ligure.
Nello stesso secolo, s’insediano a Vernazza i nuovi feudatari del borgo: i Da Passano e, dal 1211, i Fieschi.
Delle costruzioni militari di difesa realizzate dai Genovesi ci restano tracce della cinta muraria, un bastione e le torri di vedetta sul mare.

Assieme al territorio di Riomaggiore, Vernazza, fino alla caduta della repubblica genovese, ha fatto parte dell’omonima podesteria. Dal 1500 al 1600 ricordiamo un periodo di declino, fatto, questo, che ha colpito tutti gli altri villaggi delle Cinque Terre, con forti ripercussioni sulla produzione di vino, da sempre tipica della zona, e sulla pesca; ciò si è verificato a causa delle continue incursioni piratesche, che avevano già messo a dura prova l’economia del luogo almeno da un secolo, e dalle asperità del territorio, che permetteva di arrivare al paese solo attraverso mulattiere e per mezzo di difficili spostamenti via terra. Ma questo suo isolamento, come vedremo in seguito, diverrà un punto di forza per Vernazza.

Sotto la dominazione di Napoleone Bonaparte la cittadina rientra, dal 2 dicembre 1797, nel Dipartimento del Golfo di Venere, con capoluogo La Spezia, all’interno della Repubblica Ligure. Annessa al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814, viene successivamente inserito nel Dipartimento degli Appennini.
Nel 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna, sarà inglobata nel Regno di Sardegna, entrando poi nel Regno d’Italia dal 1861.
Al 1871 risalgono gli ultimi aggiustamenti al territorio comunale, con l’aggregazione della frazione di Corniglia dopo il suo distacco dal territorio di Riomaggiore.

Ed eccoci alla svolta; tutto il XIX secolo riguarda il periodo che segna la ruggente ripresa di Vernazza, grazie anche alla costruzione della rete ferroviaria, sul finire dell’Ottocento. L’evento smuoverà il paese dall’isolamento di cui sopra, contribuendo a far crescere la popolazione, a incrementare l’ampliamento delle terrazze dedicate alla coltivazione della vigna, ingrandendo sensibilmente la produzione del vino. Verranno altresì intensificati i rapporti commerciali e lavorativi con la città della Spezia. In men che non si dica, tutto l’arco costiero delle Cinque Terre viene riconosciuto come baciato dalla fortuna, sotto l’impennata di una nuova gloria.

Oltre a questo, nel 1997, insieme a Porto Venere e alle isole del Golfo dei Poeti (Palmaria, Tino e Tinetto), le Cinque Terre vengono dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’ UNESCO. Dal 1999, Vernazza rientra nella giurisdizione del Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Oggi, le principali attività del borgo sono legate al turismo, data la straordinaria affluenza di visitatori, alla ristorazione, grazie al mare pescoso, e alla coltivazione dell’ulivo e della vigna, che testimoniano la forza di una tradizione vecchia di secoli.

Natura

Con l’intento di tutelare e salvaguardare la natura che circonda questo idilliaco tratto di costa, nel 1999 è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre, che segue la più vecchia istituzione dell’ Area Marina Protetta. Proprio il mare è la risorsa naturale che, indubbiamente, rappresenta al meglio il territorio: la zona protetta copre tutto l’areale che va da Punta Mesco, a Monterosso, fino a Capo Montenero, sopra Riomaggiore.

L’area marina ha la caratteristica di essere popolata di numerose specie endemiche o rare. Sono da segnalare le colonie di gorgonia, oltre che le immense praterie di Posidonia Oceanica, particolarmente estese nella zona antistante Monterosso.
I fondali delle Cinque Terre, non a caso sono considerati tra i più ricchi e vari della Liguria, oltre che essere particolarmente apprezzati dai sub, che li conoscono per le meravigliose immersioni (splendida quella alla “Franata di Corniglia”). Nella fascia costiera al di fuori dell’ Area Marina Protetta, è possibile anche effettuare immersioni di carattere esplorativo, in cerca dei numerosi relitti che la popolano.

Il paesaggio, tutt’attorno, risulta per lo più boschivo, popolato da leccete, sorboli, cespugli di mirto e ginestre spinose, con i vivaci colori della macchia mediterranea ad inghirlandare le scogliere. La costa del parco è caratterizzata da un andamento frastagliato, con l’alternarsi di insenature e piccoli promontori protesi verso il mare. Le spiagge, se le cercate, sono quasi inesistenti: ricordate che, a Vernazza e dintorni, la natura è sempre selvaggia. Da segnalare che il territorio di Vernazza è caratterizzato dalla crescita molto estesa di numerosissime piante di fico d’india.

Boschi e foreste sono casa di una fauna che spicca come ottimo indicatore della salubrità del luogo: tra i molti animali che popolano la macchia troviamo il falco pellegrino, il ghiro, la donnola ed il tasso, con alcuni avvistamenti di lupi scesi dagli Appennini.

Luoghi d'interesse

Dentro e fuori la città, non mancheranno spazi ricchi di attrattiva o edifici pieni di fascino.
Necessaria sarà una visita alla piazza situata davanti al porticciolo, sostando nello slargo meglio noto come “u cantu de musse”, o angolo delle chiacchiere, tradizionale luogo di ritrovo per gli abitanti di Vernazza. Ristoranti, negozi di souvenir e quanto altro necessario per i più mondani lo troverete in Via Roma, incantevole ritaglio di paesaggio ligure con le sue case colorate, i panni stesi al sole e i portali in ardesia che ricordano i primi del novecento.

Costruita nei primi decenni del XIII secolo, e poi ampliata nel XVII secolo, la Chiesa di Santa Margherita di Antiochia porta il nome della matrona del paese. Eretta nell’estremità occidentale di Vernazza, si erge su una roccia a picco sul mare, protetta da una fila di scogli, e proprio per questo, dalla finestre di questa chiesa, si possono fare delle foto davvero suggestive. Segue i dettami dello stile romanico, con alcuni elementi gotici sopravvissuti al rifacimento, ed ha una pianta basilicale a tre navate. Vi si accede mediante un accesso aperto nell’areaabsidale.

Vernazza è protetta dal Castello dei Doria, posto sulla sommità del promontorio antistante il piccolo porticciolo. Con l’intento di dominare tutta la baia, è stato elevato su un basamento quadrangolare, ma con una forma irregolare, che segue fedelmente quelle dello sperone di roccia su cui è costruito, completo di una torre d’avvistamento cilindrica.
Il castello venne eretto a difesa degli attacchi dal mare: oggi, salendo una manciata di gradini, si può sfruttare la sua posizione per approfittare ancora una volta di scorci mirabili, relegandosi scatti d’autore.

Sopra gli scogli all’imboccatura del porticciolo, sotto il Castello Doria, si incontra invece Belforte, un bastione quadrangolare che risale ai tempi del consolidamento del dominio genovese. Un’altra torre, quasi gemella a quella del Castello Doria, si erge lungo il primo tratto del sentiero per Corniglia, alle spalle del paese, e fungeva da torre di supporto a quella principale.

A soli 30 km da Vernazza, si può fare un’escursione al Santuario della Madonna di Reggio, o della Madonna Nera, nome che le è valso per via del dipinto, custodito al suo interno, che rappresenta proprio la madre di Gesù nell’atto di sorreggerlo con, in mano, il rotolo della Bibbia.
Detta “l’Africana”, la Madonna Nera venne portata, secondo la credenza popolare, dai Crociati. L’edificio, a tre navate, presenta dal XIV secolo una pianta a croce latina, ed è raggiungibile attraverso un sentiero che termina nella piazza antistante, decorata da una fontana.

Facente parte del famoso Sentiero Azzurro, il più visitato delle Cinque Terre, c’è un tratto di costa che collega i paesi di Vernazza e Corniglia assolutamente da non perdere.
Il tratto in questione si percorre in circa un’ora e mezza, e si inerpica partendo dal porticciolo per poi salire verso San Bernardino, tra vigneti, macchia mediterranea, dove spiccano l’euforbia e la caratteristica pianta della bocca di leone gialla, e panorami che guardano al mare. Non mancano salite e scalini, anche abbastanza duri per chi non è allenato, ma tanta fatica è abbondantemente ripagata dalle vedute.

Nei dintorni di Vernazza, perdetevi nel suo bellissimo entroterra. Tra pinete e panorami sempre inimitabili, fate tappa alla località Pignone, il cui territorio, irrorato letteralmente da una fitta rete di percorsi escursionistici, divide le Cinque Terre dalla famosa Val di Vara, meglio nota come “valle dei borghi rotondi”. Il paese ha origini molto antiche: vi sono stati trovati reperti archeologici risalenti all’ Età del Bronzo.
Nei pressi di Pignone, vi attende il piccolo borgo medievale di Casale.

Ricettività, turismo ed eventi

Tutto il territorio è attraverso da numerosissimi sentieri, con diversi gradi di difficoltà, che consentono agli amanti delle camminate di passare una giornata all’insegna di un benessere a misura d’uomo, scoprendo tutte le Cinque Terre e le loro frazioni più nascoste.

A Vernazza, la manifestazione più importante è la Festa Patronale di Santa Maria di Antiochia, prevista il 20 luglio. Per tutta la giornata ci si giostra tra banchetti di tutti i generi, dove si può mangiare in compagnia, lungo la via principale, mentre alla sera vi aspettano i fuochi d’artificio.

La prima domenica di agosto è la volta della Festa di Nostra Signora di Reggio, con celebrazione della santa messa e processione; dal 1853, ogni 25 anni si porta la sua effige per le vie del paese, dove rimane una settimana, per poi tornare al Santuario con una seconda solenne sfilata.

Il 25 dicembre vi attende il Natale Subacqueo: durante la notte, in una ormai consueta cerimonia a lume di lanterne, i sub riportano una piccola statuetta del Bambin Gesù dal mare direttamente in superficie, per la celebrazione delle più sante tra le messe.
Nei mesi estivi, vale la pena fare un salto in paese per visitare l’atelier di Vernazzarte, che ospita una rassegna di arte moderna e contemporanea.

Da ricordare anche La Festa dei Pirati, festeggiata ogni anno in una data diversa, che vede riuniti i protagonisti, in uno spettacolo serale, nelle vesti ottocentesche dei pirati, per simulare uno sbarco e recarsi poi al paese accompagnati da un gruppo musicale, i “Batebalengo”.

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