Pignone
“D’argento alla pigna, col tralcio fogliato a sinistra, al naturale. Ornamenti esteriori di Comune secondo la popolazione” (Descrizione araldica dello stemma)
Superati orti e terrazze, non ci resta che addentrarci nel cuore della Val di Vara, a Pignone. I confini del Parco Naturale Regionale di Montemarcello Magra cominciano a diventare fitti di boschi e praterie già sotto l’ente di un altro grande polmone verde in Val di Vara, il Parco Naturale Regionale dell’Aveto.
Il Passo dei Due Santi è a un tiro di schioppo, e dunque, salutato il mare, siete pronti per esercitarvi a sciare.
Nonostante tutto, Pignone l’ha resa celebre proprio la sua tradizione orticola, ormai affermata, e soprattutto quando ci imbattiamo nelle coltivazioni di granturco, fra una piacevole passeggiata nella natura perfetta e un giro di degustazioni che contempla i prodotti della zona, commercio, questo delle degustazioni, a cui si riconosce di aver avviato al recupero molte terre incolte.
L’occhio vuole la sua parte e la trova posandosi sul borgo medievale di Casale, antico possedimento della Diocesi di Brugnato, che ha mantenuto la struttura originaria, con altri bellissimi edifici in arenaria e due ponti – pure loro di ascendenza medievale.
Il territorio, incluso nell’ente Valli di Pignone, viene ulteriormente arricchito dalla presenza di fenomeni carsici (salto obbligatorio alla Grotta grande di Pignone) e dalle località di Villa, Faggiona e Caturnia, che narra la leggenda siano luoghi di fantasmi e spavento, in virtù, sicuramente, delle miniere abbandonate di manganese e rame.
Superati orti e terrazze, non ci resta che addentrarci nel cuore della Val di Vara, a Pignone. I confini del Parco Naturale Regionale di Montemarcello Magra cominciano a diventare fitti di boschi e praterie già sotto l’ente di un altro grande polmone verde in Val di Vara, il Parco Naturale Regionale dell’Aveto.
Il Passo dei Due Santi è a un tiro di schioppo, e dunque, salutato il mare, siete pronti per esercitarvi a sciare.
Pignone
Nonostante tutto, Pignone l’ha resa celebre proprio la sua tradizione orticola, ormai affermata, e soprattutto quando ci imbattiamo nelle coltivazioni di granturco, fra una piacevole passeggiata nella natura perfetta e un giro di degustazioni che contempla i prodotti della zona, commercio, questo delle degustazioni, a cui si riconosce di aver avviato al recupero molte terre incolte.
L’occhio vuole la sua parte e la trova posandosi sul borgo medievale di Casale, antico possedimento della Diocesi di Brugnato, che ha mantenuto la struttura originaria, con altri bellissimi edifici in arenaria e due ponti – pure loro di ascendenza medievale.
Il territorio, incluso nell’ente Valli di Pignone, viene ulteriormente arricchito dalla presenza di fenomeni carsici (salto obbligatorio alla Grotta grande di Pignone) e dalle località di Villa, Faggiona e Caturnia, che narra la leggenda siano luoghi di fantasmi e spavento, in virtù, sicuramente, delle miniere abbandonate di manganese e rame.
Cucina
Pignone mette in bella mostra insaccati e mortadelle “nostrali” – segnatevi che le salsicce di Pignone sono finite inserite, nel 2003, all’interno dell’Atlante Regionale dei Prodotti Tradizionali Liguri –, oltre a concederci Sua Maestà la Cipolla – lettera minuscola – di Pignone, uno degli ortaggi che, abbinati al fagiolo, ha consentito di sfamare intere generazioni prima di passare a delicatezza.
Le varietà di patate dette Quarantine, bianche e deliziose, riposano a guarnire tagli perfetti di manzo, meglio se croccanti o al forno.
Eventi e Luoghi d'Interesse
Ad un estremo di Pignone, sorgono chiesa e campanile della Pieve di Santa Maria Assunta. Di stampo gotico, con paramento di pietra, facciata a capanna e un bel rosone centrale, la costruzione conserva un prospetto quasi essenziale. Idealmente è seicentesca, anche se rimanda a una preesistente chiesetta paleoromanica di cui, in virtù della semplicità architettonica, bassa e squadrata, sembra davvero farne le veci.
Defilato ma lo stesso molto caro alla comunità, il Santuario della Madonna del Buon Consiglio attende, all’ombra di un lussureggiante castagneto, fedeli e visitatori per la consueta processione di maggio. Ad unica navata, il complesso è preceduto da un porticato sorretto da archi a tutto sesto. La conosciamo anche come Pieve della Madonna del Ponte, poiché i lavori di costruzione cominciarono in prossimità di un ponticello, presumibilmente di origine romana, ormai distrutto. Il suddetto, permetteva di attraversare il torrente Pignone, al quale com’è ovvio immaginare resta vicina.
Veniamo agli eventi. Record di presenze lo detiene una seconda mostra mercato, tale “Gli Orti di Pignone”, che celebra la cultura contadina e le produzioni del territorio pignonese e non solo, esponendo (e dando modo di assaggiare) prelibatezze culinarie e materie prime garantite dall’ Associazione Produttori Agricoli delle Valli del Pignone. Potete fare incetta di patate, fagioli, granturco “dell’asciutto”, nonché delle gustose salsicce.
La Vergine Assunta, patrona di Pignone, è festeggiata il 15 agosto.