Massa – Carrara
Inf XX 47:
Aronta è quei ch’al ventre gli s’atterga,
che ne’ monti di Luni, dove ronca
lo Carrarese che di sotto alberga,
ebbe tra’ bianchi marmi la spelonca
per sua dimora, onde a guardar le stelle
e ‘l mar non li era la veduta tronca.
(Inf XX 46-51)
Le origini delle due città apuane sono indiscutibilmente di età pre-romana, territorio dei fierissimi Liguri Apuani, il popolo delle Statue-stele (Pontremoli). Nella Tabula Peuntingeriana (Lerici; Val di Vara) nella zona è indicato il toponimo Ad taberna Frigida, una possibile stazione di sosta lungo la via consolare dell’Aemilia Scauri (che da Pisa conduceva a Luni) in prossimità delle sponde del fiume Frigido.
Se Carrara ha una storia strettamente legata all’estrazione e alla lavorazione dei marmi, Massa vanta una epopea politica e nobiliare di alto livello. Proprietà Obertenga nel Medioevo, fu dotata dai Malaspina di una fortezza divenuta nei secoli sempre più possente, tanto che dal marchesato si passò nel XV secolo ad uno stato autonomo con l’annessione del Principato di Carrara nel Ducato di Massa. La massima fioritura si ha in periodo Rinascimentale sotto la reggenza dei Cybo-Malaspina. Nel corso del sec. XVIII Massa, con tutte le sue pertinenze, passò sotto la reggenza del ducato di Modena e Reggio. Risale a quel periodo la realizzazione della ciclopica Via Vandelli, la grande strada montana che avrebbe dovuto collegare al mare le grandi potenze emiliane. Il territorio apuano fu poi annesso al Principato di Lucca sotto la dominazione napoleonica, ma con il successivo Congresso di Vienna tutto tornò nelle mani di Maria Beatrice d’Este (1750-1829). Nel 1823 fu fondata la diocesi per decisione di Leone XII. Nel 1829 la città passò ai duchi di Modena della famiglia degli Austria-d’Este. Nel 1859, tra notevoli tensioni, il ducato di Massa si unì al Regno di Sardegna, ma il processo di unificazione nazionale fu qui in realtà assai complesso, con ampi strati della popolazione schierata in movimenti di resistenza che portano a parlare addirittura di un “controrisorgimento apuano”.
La Storia d’Italia, in seguito, dimostrarono di conoscerla bene anche i tedeschi, i quali fissarono sull’antico tracciato del Limes Bizantino la tristemente nota Linea Gotica per fronteggiare l’avanzata da Sud dell’esercito americano. Se il comando in capo sul fronte tirrenico venne costituito presso il Monastero del Corvo (Ameglia), il fronte fu approntato dai genieri tedeschi proprio sulla grande piana massese. Quando i due eserciti vennero in contatto si scatenò un inferno che si protrasse dal settembre del ’44 al 10 di aprile del ’45, giorno in cui le truppe corazzate americane fecero il loro ingresso in una Massa completamente liberata.
Oltre che di storia, Carrara e Massa, sono città d’arte e di cultura. Di Michelangelo e il Canova a Carrara sanno ormai tutti, ma che a Massa insegnò il grande Giovanni Pascoli (1855-1912), dal 1884 al 1887, lo sanno ancora in pochi. Furono tre anni in cui il poeta portò alla piena maturità uno studioso insigne come Luigi Staffetti (1869-1929), grande commentatore della fondamentale “Storia della Lunigiana Feudale” di Eugenio Branchi, e in cui ebbe anche modo di frequentare uno dei suoi più grandi amici, il compagno di università Severino Ferrari (1856-1905), poeta anch’egli, in quel tempo attivo alla Spezia. Destinato al Liceo “Pellegrino Rossi”, il Pascoli proveniva dalla lontana Matera: il soggiorno massese gli permise di ricostituire il celebre “nido” con le amatissime sorelle e lo rinvigorì anche nella vena poetica.
Di Carrara fu nativo l’erudito Emanuele Repetti (1776-1852), autore del monumentale Dizionario Geografico Fisico Storico Della Toscana, e sempre in Carrara trovarono i natali i grandi esponenti della Famiglia Fabbricotti (Sarzana), grandi industriali del marmo domiciliati presso il citato Monastero del Corvo.
Le origini delle due città apuane sono indiscutibilmente di età pre-romana, territorio dei fierissimi Liguri Apuani, il popolo delle Statue-stele (Pontremoli). Nella Tabula Peuntingeriana (Lerici; Val di Vara) nella zona è indicato il toponimo Ad taberna Frigida, una possibile stazione di sosta lungo la via consolare dell’Aemilia Scauri (che da Pisa conduceva a Luni) in prossimità delle sponde del fiume Frigido.
Se Carrara ha una storia strettamente legata all’estrazione e alla lavorazione dei marmi, Massa vanta una epopea politica e nobiliare di alto livello. Proprietà Obertenga nel Medioevo, fu dotata dai Malaspina di una fortezza divenuta nei secoli sempre più possente, tanto che dal marchesato si passò nel XV secolo ad uno stato autonomo con l’annessione del Principato di Carrara nel Ducato di Massa. La massima fioritura si ha in periodo Rinascimentale sotto la reggenza dei Cybo-Malaspina. Nel corso del sec. XVIII Massa, con tutte le sue pertinenze, passò sotto la reggenza del ducato di Modena e Reggio. Risale a quel periodo la realizzazione della ciclopica Via Vandelli, la grande strada montana che avrebbe dovuto collegare al mare le grandi potenze emiliane. Il territorio apuano fu poi annesso al Principato di Lucca sotto la dominazione napoleonica, ma con il successivo Congresso di Vienna tutto tornò nelle mani di Maria Beatrice d’Este (1750-1829). Nel 1823 fu fondata la diocesi per decisione di Leone XII. Nel 1829 la città passò ai duchi di Modena della famiglia degli Austria-d’Este. Nel 1859, tra notevoli tensioni, il ducato di Massa si unì al Regno di Sardegna, ma il processo di unificazione nazionale fu qui in realtà assai complesso, con ampi strati della popolazione schierata in movimenti di resistenza che portano a parlare addirittura di un “controrisorgimento apuano”.
Massa-Carrara
La Storia d’Italia, in seguito, dimostrarono di conoscerla bene anche i tedeschi, i quali fissarono sull’antico tracciato del Limes Bizantino la tristemente nota Linea Gotica per fronteggiare l’avanzata da Sud dell’esercito americano. Se il comando in capo sul fronte tirrenico venne costituito presso il Monastero del Corvo (Ameglia), il fronte fu approntato dai genieri tedeschi proprio sulla grande piana massese. Quando i due eserciti vennero in contatto si scatenò un inferno che si protrasse dal settembre del ’44 al 10 di aprile del ’45, giorno in cui le truppe corazzate americane fecero il loro ingresso in una Massa completamente liberata.
Oltre che di storia, Carrara e Massa, sono città d’arte e di cultura. Di Michelangelo e il Canova a Carrara sanno ormai tutti, ma che a Massa insegnò il grande Giovanni Pascoli (1855-1912), dal 1884 al 1887, lo sanno ancora in pochi. Furono tre anni in cui il poeta portò alla piena maturità uno studioso insigne come Luigi Staffetti (1869-1929), grande commentatore della fondamentale “Storia della Lunigiana Feudale” di Eugenio Branchi, e in cui ebbe anche modo di frequentare uno dei suoi più grandi amici, il compagno di università Severino Ferrari (1856-1905), poeta anch’egli, in quel tempo attivo alla Spezia. Destinato al Liceo “Pellegrino Rossi”, il Pascoli proveniva dalla lontana Matera: il soggiorno massese gli permise di ricostituire il celebre “nido” con le amatissime sorelle e lo rinvigorì anche nella vena poetica.
Di Carrara fu nativo l’erudito Emanuele Repetti (1776-1852), autore del monumentale Dizionario Geografico Fisico Storico Della Toscana, e sempre in Carrara trovarono i natali i grandi esponenti della Famiglia Fabbricotti (Sarzana), grandi industriali del marmo domiciliati presso il citato Monastero del Corvo.