Lunigiana
“Da Pontremoli entrò Mompensieri nel paese della Lunigiana, della quale una parte ubbidiva a’ fiorentini, alcune castella erano de’ genovesi, il resto de’ marchesi Malespini.” (Francesco Guicciardini)
Tutti noi sogniamo di provare, almeno una volta nella vita, il “misterioso” piacere di ricongiungerci alla nostra più intima natura, a quella parte di mondo che era l’incontaminato paradiso di una volta, la selva silenziosa custode di miti e leggende, la stessa che ci ha dato i natali più ancestrali e che ormai solo i libri arrivano a ricordare, nel mondo frenetico delle nostre società.
Leggiamo Tolkien, leggiamo Lewis, leggiamo di avventure senza tempo, incapaci di non perderci nei loro racconti epici ed in quelle descrizioni che, nella solitudine della nostra casa di città, ci riempiono l’immaginazione, ormai arida, come gocce di rugiada per un fiore assetato. Ma se ci fosse un luogo, qui in Italia, a portata di mano, che ci facesse provare questo piacere, queste sensazioni, queste magnifiche avventure con i suoi miti, la sua storia, le sue leggende?Questo luogo esiste e si chiama Lunigiana.
Un’ oasi di pace, “sospesa tra cielo e mare”, ponte di collegamento tra Liguria e Emilia, propaggine estrema del Nord della Toscana, quasi un corpo a sé stante, sormontato dalle cime delle Alpi Apuane, attraversato da acque impetuose e quiete, circondato da boschi di faggio, castagno e querceti secolari, difeso da fortezze e da manieri che ne narrano la Storia. La sua particolare posizione geografica e la configurazione del territorio, l’hanno resa abitata sin dagli albori della civiltà, e i popoli che hanno trovato rifugio nel fondovalle per cacciare animali quali cervi, daini, orsi, all’epoca presenti grazie anche al clima molto freddo delle glaciazioni (i resti dell’orso speleo sono stati trovati persino ad Equi Terme), sono subito riusciti a trovare una loro dimensione oltre che ambientale, spirituale.
Con la rivoluzione agricola, l’uomo cacciatore fortifica i villaggi e si cimenta in opere che ancora oggi destano stupore ed ammirazione come testimoniano i numerosi ritrovamenti della zona, ad esempio, le sepolture con corredo di armi e monili nella Tana della Volpe e nella Tecchia di Equi Terme, e le famose statue stele, misteriose figure antropomorfe che tutt’ora suggestionano chi le ammira da vicino.
Questi stessi uomini facevano parte dell’antica e fiera popolazione dei Liguri Apuani, le cui origini si fanno risalire fino ai Celti… forse anche per questo la Lunigiana mantiene in sé intatto lo splendore delle fortificazioni medioevali, la magia e le leggende di coloro che l’hanno abitata.
Per conquistare questa terra i Romani dovettero affrontare una strenua resistenza, ed è in seguito al loro insediamento che il luogo prenderà il nome di Lunigiana, dalla colonia romana di Lunae (Luni), famosa tutt’oggi oltre che per questi episodi anche per la ricercata produzione vinicola. Nel V secolo la attraversano i Vandali con i loro saccheggi, e a partire dalla fine del primo millennio la contesa tra i vescovi di Luni e i marchesi Malaspina per la supremazia sui borghi si risolverà a favore degli ultimi. Nel 1797 la Lunigiana viene inserita nella repubblica Cisalpina da Napoleone, e i confini che traccerà, (tuttora validi) la vedranno assegnare per la maggior parte alla Toscana, con l’eccezione del Sarzanese e di Luni definiti nel territorio Ligure.
Dopo la fine delle due guerre e con il passare degli anni e della rapida urbanizzazione della regione, la Lunigiana è stata progressivamente confinata nell’immaginario collettivo come un insieme di borghi pittoreschi, ricchi di fascino e di cultura, da visitare per le vacanze estive. In realtà non è solo questo: se tutta la sua storia non è valsa a decidere di lasciare la poltrona del vostro salotto, fatevi persuadere dalla magnifica vista del fiume Magra che l’attraversa con il suo tratto più selvaggio, dagli incontaminati boschi di Filetto, un tempo sacri alle divinità pagane, dalle chiese, dai castelli e dagli antichi comuni di Villafranca Lunigiana, Bagnone, Mulazzo, Filattiera, Pontremoli, Licciana Nardi, Aulla, Fivizzano, Casola in Lunigiana e Fosdinovo, tutti facilmente raggiungibili dalle grandi vie di comunicazione e molto vicini alle spiagge del Golfo dei Poeti, delle Cinque Terre, della Versilia e del Levante ligure. E se ancora non foste soddisfatti, per gli impavidi avventurieri la Lunigiana prevede percorsi guidati di Trekking immersi nella natura lussureggiante, musei etnografici allestiti in mulini quattrocenteschi, agriturismi da cartolina, e, ad agosto, tappa obbligata per gli appassionati del genere, una interessante rievocazione storica dei tempi che furono, un mercato medioevale a Filetto nel borgo bizantino dei marchesi.
Un connubio di colori e di aromi mai fuori stagione accompagnano la vista e il palato dei buongustai, e di ogni viaggiatore affamato, che potrà dare libero sfogo al suo estro godereccio e dirsi compiaciuto di tutte le specialità alimentari tra cui fanno bella evidenza i funghi, le castagne e i marroni coi colori dell’autunno, per non parlare del formaggio e della cacciagione, inseriti in numerose scelte gastronomiche dagli antipasti ai primi e ai secondi piatti. Difficilmente qualcuno potrà dirsi deluso e molti mediteranno sul fatto di potervi prendere stabile dimora.
In definitiva la “nostra Lunigiana” non è solo un posto per fare escursioni, ma è un avamposto di sognatori, forse uno degli ultimi, di gente che tiene vivo il ricordo dei giorni in cui la natura era per l’uomo ancora ostile e sconosciuta, eppure salvifica e meravigliosa.
Un’icona primordiale, senza età, impenetrabile culla dei secoli, intatta nella sua gloria e, allo stesso tempo, accogliente e ospitale con il viandante di ogni contrada.
Tutti noi sogniamo di provare, almeno una volta nella vita, il “misterioso” piacere di ricongiungerci alla nostra più intima natura, a quella parte di mondo che era l’incontaminato paradiso di una volta, la selva silenziosa custode di miti e leggende, la stessa che ci ha dato i natali più ancestrali e che ormai solo i libri arrivano a ricordare, nel mondo frenetico delle nostre società.
Leggiamo Tolkien, leggiamo Lewis, leggiamo di avventure senza tempo, incapaci di non perderci nei loro racconti epici ed in quelle descrizioni che, nella solitudine della nostra casa di città, ci riempiono l’immaginazione, ormai arida, come gocce di rugiada per un fiore assetato. Ma se ci fosse un luogo, qui in Italia, a portata di mano, che ci facesse provare questo piacere, queste sensazioni, queste magnifiche avventure con i suoi miti, la sua storia, le sue leggende?Questo luogo esiste e si chiama Lunigiana.
La Lunigiana
Un’ oasi di pace, “sospesa tra cielo e mare”, ponte di collegamento tra Liguria e Emilia, propaggine estrema del Nord della Toscana, quasi un corpo a sé stante, sormontato dalle cime delle Alpi Apuane, attraversato da acque impetuose e quiete, circondato da boschi di faggio, castagno e querceti secolari, difeso da fortezze e da manieri che ne narrano la Storia. La sua particolare posizione geografica e la configurazione del territorio, l’hanno resa abitata sin dagli albori della civiltà, e i popoli che hanno trovato rifugio nel fondovalle per cacciare animali quali cervi, daini, orsi, all’epoca presenti grazie anche al clima molto freddo delle glaciazioni (i resti dell’orso speleo sono stati trovati persino ad Equi Terme), sono subito riusciti a trovare una loro dimensione oltre che ambientale, spirituale.
Con la rivoluzione agricola, l’uomo cacciatore fortifica i villaggi e si cimenta in opere che ancora oggi destano stupore ed ammirazione come testimoniano i numerosi ritrovamenti della zona, ad esempio, le sepolture con corredo di armi e monili nella Tana della Volpe e nella Tecchia di Equi Terme, e le famose statue stele, misteriose figure antropomorfe che tutt’ora suggestionano chi le ammira da vicino.
Questi stessi uomini facevano parte dell’antica e fiera popolazione dei Liguri Apuani, le cui origini si fanno risalire fino ai Celti… forse anche per questo la Lunigiana mantiene in sé intatto lo splendore delle fortificazioni medioevali, la magia e le leggende di coloro che l’hanno abitata.
Per conquistare questa terra i Romani dovettero affrontare una strenua resistenza, ed è in seguito al loro insediamento che il luogo prenderà il nome di Lunigiana, dalla colonia romana di Lunae (Luni), famosa tutt’oggi oltre che per questi episodi anche per la ricercata produzione vinicola. Nel V secolo la attraversano i Vandali con i loro saccheggi, e a partire dalla fine del primo millennio la contesa tra i vescovi di Luni e i marchesi Malaspina per la supremazia sui borghi si risolverà a favore degli ultimi. Nel 1797 la Lunigiana viene inserita nella repubblica Cisalpina da Napoleone, e i confini che traccerà, (tuttora validi) la vedranno assegnare per la maggior parte alla Toscana, con l’eccezione del Sarzanese e di Luni definiti nel territorio Ligure.
Dopo la fine delle due guerre e con il passare degli anni e della rapida urbanizzazione della regione, la Lunigiana è stata progressivamente confinata nell’immaginario collettivo come un insieme di borghi pittoreschi, ricchi di fascino e di cultura, da visitare per le vacanze estive. In realtà non è solo questo: se tutta la sua storia non è valsa a decidere di lasciare la poltrona del vostro salotto, fatevi persuadere dalla magnifica vista del fiume Magra che l’attraversa con il suo tratto più selvaggio, dagli incontaminati boschi di Filetto, un tempo sacri alle divinità pagane, dalle chiese, dai castelli e dagli antichi comuni di Villafranca Lunigiana, Bagnone, Mulazzo, Filattiera, Pontremoli, Licciana Nardi, Aulla, Fivizzano, Casola in Lunigiana e Fosdinovo, tutti facilmente raggiungibili dalle grandi vie di comunicazione e molto vicini alle spiagge del Golfo dei Poeti, delle Cinque Terre, della Versilia e del Levante ligure. E se ancora non foste soddisfatti, per gli impavidi avventurieri la Lunigiana prevede percorsi guidati di Trekking immersi nella natura lussureggiante, musei etnografici allestiti in mulini quattrocenteschi, agriturismi da cartolina, e, ad agosto, tappa obbligata per gli appassionati del genere, una interessante rievocazione storica dei tempi che furono, un mercato medioevale a Filetto nel borgo bizantino dei marchesi.
Un connubio di colori e di aromi mai fuori stagione accompagnano la vista e il palato dei buongustai, e di ogni viaggiatore affamato, che potrà dare libero sfogo al suo estro godereccio e dirsi compiaciuto di tutte le specialità alimentari tra cui fanno bella evidenza i funghi, le castagne e i marroni coi colori dell’autunno, per non parlare del formaggio e della cacciagione, inseriti in numerose scelte gastronomiche dagli antipasti ai primi e ai secondi piatti. Difficilmente qualcuno potrà dirsi deluso e molti mediteranno sul fatto di potervi prendere stabile dimora.
In definitiva la “nostra Lunigiana” non è solo un posto per fare escursioni, ma è un avamposto di sognatori, forse uno degli ultimi, di gente che tiene vivo il ricordo dei giorni in cui la natura era per l’uomo ancora ostile e sconosciuta, eppure salvifica e meravigliosa.
Un’icona primordiale, senza età, impenetrabile culla dei secoli, intatta nella sua gloria e, allo stesso tempo, accogliente e ospitale con il viandante di ogni contrada.