Brugnato
“D’azzurro all’albero di susino al naturale, fruttato di tredici, nodrito su di una campagna di verde; al capo di Genova” (Descrizione araldica dello stemma)
Brugnato affonda le proprie radici almeno all’epoca longobarda (VII e l’VIII sec.), quando i monaci dell’abbazia di San Colombano di Bobbio espansero in Val di Vara la loro preziosissima opera di preservazione della tradizione cristiana ed eressero qui un monastero che nel tempo si ingrandì fino a divenire un centro di importanza nevralgica.
Siamo pochi decenni prima del periodo illuminato di Re Liutprando, artefice dell’annessione della Lunigiana al Regno d’Italia (742); periodo al quale risale la Leggenda Leboinica della Santa Croce (Ameglia). Proprio a Liutprando, non certo a caso, fanno riferimento i diplomi imperiali di Carlo il Grosso (881), Ottone III (996) e Enrico II (1014).
Inserita sotto la protezione della Repubblica di Genova a partire dal XII secolo, nello stesso periodo arrivò pure (1133), ad opera di Innocenzo II, l’elevazione a sede vescovile scindendo per una prima volta l’antichissima diocesi di Luni.
Oggi l’antico retaggio della diocesi permane fermissima in quella della Spezia-Sarzana-Brugnato.
L’accresciuta potenza del sito portò inevitabilmente a scontri e contrasti tra le maggiori e importanti famiglie del tempo. Nel 1215 Corrado l’Antico, citato da Dante nel Canto VIII del Purgatorio e artefice della divisione dinastica in Spino Secco (ghibellini) e Spino Fiorito (guelfi), rivendicando per il proprio casato diritti sul borgo e su molte delle terre circostanti (i Malaspina erano dominanti su tutto il bobbiese fin dal sec. XII), riuscì ad occupare temporaneamente il territorio di Brunato; l’intervento immediato di Genova portò ai Fieschi la nomina di vice domini di Brugnato, ma con la successiva alleanza tra i Malaspina e i Fieschi, suggellata dal felice matrimonio tra Alagia e Moroello II di Giovagallo (tra i massimi protagonisti della Lunigiana Dantesca), l’influenza Malaspiniana fu destinata a permanere sull’intera Val di Vara ancora per lungo tempo. Soltanto nel corso del XVI secolo la presenza dei Malaspina su Brugnato andò a cessare del tutto.
Brugnato si può definire a buona ragione il cuore della Val di Vara. Nel bel centro storico, molto bene conservato, sono imperdibili le visite alla Concattedrale dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano – con la splendida colonna affrescata (sec. XV) con uno splendido San Colombano benedicente – il Museo Diocesano – ospitato presso il Palazzo VescoBvile (adiacente la Concattedrale) –, custode di veri tesori sia artistici che archeologici, e l’Oratorio di San Bernardo, con il portale in bronzo realizzato dallo scultore Pietro Ravecca.
Tipici di Brugnato sono i Canestrelli, una sorta di morbido pandolce artigianale aromatizzato con il finocchio selvatico.
Brugnato affonda le proprie radici almeno all’epoca longobarda (VII e l’VIII sec.), quando i monaci dell’abbazia di San Colombano di Bobbio espansero in Val di Vara la loro preziosissima opera di preservazione della tradizione cristiana ed eressero qui un monastero che nel tempo si ingrandì fino a divenire un centro di importanza nevralgica.
Siamo pochi decenni prima del periodo illuminato di Re Liutprando, artefice dell’annessione della Lunigiana al Regno d’Italia (742); periodo al quale risale la Leggenda Leboinica della Santa Croce (Ameglia). Proprio a Liutprando, non certo a caso, fanno riferimento i diplomi imperiali di Carlo il Grosso (881), Ottone III (996) e Enrico II (1014).
Inserita sotto la protezione della Repubblica di Genova a partire dal XII secolo, nello stesso periodo arrivò pure (1133), ad opera di Innocenzo II, l’elevazione a sede vescovile scindendo per una prima volta l’antichissima diocesi di Luni.
Brugnato
Oggi l’antico retaggio della diocesi permane fermissima in quella della Spezia-Sarzana-Brugnato.
L’accresciuta potenza del sito portò inevitabilmente a scontri e contrasti tra le maggiori e importanti famiglie del tempo. Nel 1215 Corrado l’Antico, citato da Dante nel Canto VIII del Purgatorio e artefice della divisione dinastica in Spino Secco (ghibellini) e Spino Fiorito (guelfi), rivendicando per il proprio casato diritti sul borgo e su molte delle terre circostanti (i Malaspina erano dominanti su tutto il bobbiese fin dal sec. XII), riuscì ad occupare temporaneamente il territorio di Brunato; l’intervento immediato di Genova portò ai Fieschi la nomina di vice domini di Brugnato, ma con la successiva alleanza tra i Malaspina e i Fieschi, suggellata dal felice matrimonio tra Alagia e Moroello II di Giovagallo (tra i massimi protagonisti della Lunigiana Dantesca), l’influenza Malaspiniana fu destinata a permanere sull’intera Val di Vara ancora per lungo tempo. Soltanto nel corso del XVI secolo la presenza dei Malaspina su Brugnato andò a cessare del tutto.
Brugnato si può definire a buona ragione il cuore della Val di Vara. Nel bel centro storico, molto bene conservato, sono imperdibili le visite alla Concattedrale dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano – con la splendida colonna affrescata (sec. XV) con uno splendido San Colombano benedicente – il Museo Diocesano – ospitato presso il Palazzo VescoBvile (adiacente la Concattedrale) –, custode di veri tesori sia artistici che archeologici, e l’Oratorio di San Bernardo, con il portale in bronzo realizzato dallo scultore Pietro Ravecca.
Tipici di Brugnato sono i Canestrelli, una sorta di morbido pandolce artigianale aromatizzato con il finocchio selvatico.
Eventi e Luoghi d'Interesse
Nel borgo di Brugnato occhieggia, in mezzo ai carrugi, la Concattedrale dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano, omaggiando il punto in cui già risiedeva la prima versione dell’abbazia, l’originale edificata dai monaci di Bobbio. A due navate, una centrale maggiore ed una laterale minore, contraddistinta da un imponente corpo centrale in linea con i canoni medievali apprezzati in quel di Luni, trova compiutezza nel fido campanile, di forma quadrangolare; la facciata è posteriore, facente parte di un rifacimento di gusto barocco. La diocesi lunense, nel corso degli anni, viene spostata a La Spezia, lasciando al grosso fabbricato che incombe sulle stradine fresche di Brugnato il titolo di concattedrale.
Arriviamo all ’Oratorio di San Bernardo, di foggia barocca e con una bellissima tela di Gian Lorenzo Bertolotto da ammirare al suo interno. Viene a ruota il Palazzo Vescovile, oggi “Museo Diocesano”, grazie al quale sono state raccolte diverse opere artistiche ”religios” della Val di Vara, così come dell’antica diocesi di Brugnato. Evoluto su tre piani, alla base si trovano gli scavi archeologici con i ruderi delle mura dell’abbazia che era appunto antesignana; al primo piano si conserva l’alloggio del vescovo, con lo studio e gli arredi; al secondo piano le sale dell’esposizione, degli abiti, dei manoscritti e delle stampe.
Mirabili e ferventi di partecipazione cristiana il Convento dei Padri Passionisti, di nuovo con la relativa chiesetta di San Francesco e circondato da un ampio chiostro, e risalente al XVIII secolo, il Santuario della Madonna dell’Ulivo, quest’ultimo, malgrado risulti in posizione defilata, costruito proprio su volontà dei fedeli.
Segnaliamo, tra gli eventi, l’”Infiorata del Corpus Domini”. Brugnato dimostra un grande attaccamento alla ricorrenza, che è capace di riunire gli abitanti, con l’approssimarsi del Corpus da cui prende il nome, e tutto il loro senso artistico; ci si rallegra, a festività in corso, dei colori di un variopinto tappeto fiorito, lungo quasi un chilometro, composto interamente da petali e cromie spesso, ma volentieri, improvvisate; le tematiche, a sfondo religioso, celebrano Gesù nell’Eucarestia.
Luglio è il momento giusto per celebrare “Un Borgo in Festa”, che poi non è altri che il contenitore estivo di Brugnato per rallegrare il turista.
Non mancano gli eventi patronali: Festa di San Pasquale il 17 maggio, di San Pietro il 29 giugno e le celebrazioni in onore di San Bernardo Abate il 20 agosto. Gli onori di casa spettano a San Lazzaro e alla sua, di festa, in aprile, con tanto, tanto street food e bancarelle di artigianato.
Recentemente, Brugnato ha inaugurato il primo grande outlet village, chiamato “ShopInn”, della Liguria, con oltre 70 negozi a disposizione dell’utenza.
Cucina
Brugnato non passa mai di moda, quale fiorente zona di produzione per quanto riguarda dolci e formaggi: abbiamo la ciambella all’anice di Brugnato, morbidissima, spugnosa e colore del miele appena colato, di cui mantiene anche il sapore, e il cavagnetto di Bugnato, sorta di cestino arricchito dai sapori della scorza di limone e, di nuovo, dell’anice; la caciotta di Brugnato, a pasta molle e dalla stagionatura breve, poi la mozzarella di Brugnato, fresca e filante … potremmo andare avanti all’infinito.